I pionieri dell'Architettura come bellezza funzionale

Quando un artista smette di scolpire forme

E comincia scolpire la luce

Smette di essere solo un artista e diventa un Architetto.

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La luce è per l’Architettura

Come il silenzio è per la Poesia.

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Gaudì parlava con Dio

Wright dialogava con la natura

Gehry fa l’amore con l’Arte.


Gaudì, Wright, Le Corbusier.

Per ragioni diverse ma importanti e complementari al nostro concetto di bellezza funzionale, almeno per gli aspetti di contaminazione in Architettura tra Razionalismo, Design, Arte, Natura, Umanesimo, Creatività, ma anche per il loro senso Rinascimentale di mettere l’UOMO e la socialità al centro, di progettazione olistica e l’“eclettismo combinatorio” di Gaudì, la visione organica, (cioè dell’Architettura integrata nella natura) in Wright e la creatività anche teorica di Le Corbusier.

Per questi motivi storici e qualitativi, questi tre maestri, possono esserne considerati seppur con motivazioni e caratteri diversi, i Pionieri che hanno iniziato a considerare e trasformare l’Architettura in Arte Totale. Taciturno e isolato Gaudì, superuomo iconoclasta in grado di farsi da sé, ingegno architettonico egoista e arrogante Wright, figura eclettica e creativa, (pittore, designer, architetto, teorico) Le Corbusier. Ma vediamo un po’ più da vicino le poetiche e alcuni capolavori di questi immensi Artisti.

Antoni Gaudí

Antoni Gaudí (Reus, Catalogna 1852 - Barcellona 1926)

Gaudì è stato il maestro che ha reso l’architettura catalana celebre in tutto il mondo grazie alle magnifiche facciate, al design organico fantasioso, colorato e creativo, e alla grande attenzione per i dettagli, come nelle case Batlló, La Pedrera di Barcellona, al Parco Guell e la Sagrada Familia. Difficile immaginare Barcellona senza Gaudì. Luca Quattrocchi, lo ha giustamente definito: “Ultimo degli antichi e il primo dei moderni”, questa definizione calza perfettamente al genio e all’opera di Gaudì. Il suo stile, una combinazione di influenze orientali e artigianali e un linguaggio naturale e organico delle forme, è davvero unico.

Ed è per questo che Gaudí è tuttora considerato l’architetto spagnolo di maggior successo, uno dei rappresentanti più importanti del modernismo e Art Nouveau. L’opera di Antoni Gaudì, nonostante sia anticipatrice rispetto al vitale spirito innovatore del Liberty, (meravigliosi sui balconi finestrati e ovali), ne offre un’interpretazione personale e originalissima che occupa una posizione eccentrica anche all’interno dello Stile Moderno Internazionale.

Gaudí affermava che: “L’originalità consiste nel ritorno alle origini.” La svolta per la sua carriera avvenne nel 1878, quando il caso volle che la strada dell’artista e quella dell’importante industriale su scala nazionale dalla spiccata propensione per le arti Eusebi Güell, si incrociassero. Il rapporto cliente-architetto, fu piuttosto un vincolo di mutua ammirazione e passioni condivise su cui si basò un’amicizia che diede all’artista l’opportunità di cominciare una traiettoria professionale piena, in cui poter sviluppare tutte le sue qualità artistiche.

L’opera di Gaudì è stata sempre apprezzata, ma rivalutata in tempi relativamente recenti e soprattutto nell’ambito dell'Architettura organica da Le Corbusier. Lo stile di Gaudì rivela una contaminazione dei principali stili che hanno caratterizzato l'architettura spagnola nei secoli passati, come il gotico, il barocco, lo stile moresco e l’architettura marocchina. Eppure questi influssi sono fusi con una fantasia personalissima e originale.

Gaudì fu tra i primi Architetti a considerare la natura come fonte di ispirazione degli elementi strutturali oltre che decorativi, e fu particolarmente sensibile al valore dell'artigianato e ai temi di carattere spirituale, consentendogli di realizzare opere con uno spazio organico, una texture materica, una visione divina.

Durante la fase della maturità, i capolavori si succedettero uno dopo l’altro: la Torre Bellesguard, il Park Güell, il restauro della cattedrale di Maiorca, la chiesa di Colonia Güell, la Casa Batlló, La Pedrera e, infine, la Sagrada Familia.

Curiosamente, lo splendore dell’Architettura Gaudiana coincise con una decisione personale dell’Architetto: il progressivo ritiro dalla mondanità e dalle apparizioni pubbliche.

Vediamo più in dettaglio alcune dei suoi capolavori:

Casa Battlò: Concepita come un enorme organismo vegetale, dalla superficie scabra e vitale. Realizzata a Barcellona, tra il 1904 e il 1905. Si trattava di un edificio libero, ma di un palazzo ad appartamenti di cinque piani unito con altre grandi costruzioni formanti un unico blocco compatto comprendente un intero isolato, posto ad angolo su due vie di intenso traffico. Gaudì si è adoperato per ottenere sia una perfetta integrazione nel tessuto urbanistico, sia la funzionalità abitativa del palazzo. Il criterio di dinamismo e forme ondulate e curve è stato utilizzato anche negli interni, le scale, le pareti, i soffitti, ogni parte dell'edificio è perfettamente coerente con la concezione di costruzione intesa come forma vivente, dando allo stile Liberty un’interpretazione personalissima e originale.

Con questo lavoro, ha dato vita a una delle sue opere più fantasiose ed innovative: malgrado alcune problematiche legali, dovute all'aggetto ritenuto eccessivo delle colonne alla base, la casa Batlló fu subito accolta con molto entusiasmo e, nell'anno della sua inaugurazione, concorse persino per il prestigioso titolo di «migliore architettura dell'anno». Dopo un articolato percorso proprietaristico la casa Batlló alla fine del XX secolo è stata aperta al pubblico ed è ormai diventata una tappa irrinunciabile per ciascun turista in visita a Barcellona: dichiarata monumento storico-artistico nazionale nel 1969, dal 2005 la Casa è entrata a far parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Ma la cosa che sbalordisce è che la creativa esuberanza dell'insieme è concepita sotto il prisma della funzionalità, criterio al quale l'architetto subordina tutti gli altri elementi. Gaudí, in effetti, nella Casa Batlló ponderò molto per provvedere a una buona aerazione e ventilazione, due criteri fondamentali per una fruizione sana e confortevole del sistema edilizio.

La prima cosa che attira l'attenzione del fruitore della casa Batlló è certamente la sua facciata anteriore, scolpita in pietra arenaria di Montjuïc, e impreziosita dai frammenti policromi “trencadi”, che soprattutto di notte esaltano rifrazioni galattiche e vortici stellari, ma poi si rimane estasiati e sorpresi dalla creatività sinuosa e organica degli interni e dalla plasticità scultorea del tetto.

La poetica Gaudiana è caratterizzata dal ritmo ondulato e vibrante, nel segno di una vigorosa quanto completa negazione della linea retta, incompatibile con la natura curvilinea delle forme naturali evocando un mondo onirico e fiabesco pieno di luce e di colore. Una sua citazione è emblematica in tal senso:

“La retta è la linea degli uomini e la curva è la linea di Dio”.

Guardando con attenzione i particolari del soppalco, si potrà notare come ricordi il corpo interno di una Balena. Una ingegnosa soluzione architettonica basata sull'utilizzo del cosiddetto arco catenario o arco equilibrato, che consente una omogenea distribuzione dei carichi eliminando la necessità di colonne, muri e contrafforti. Oltre all’aspetto estetico e decorativo, l’artista si concentrò anche sulle tecniche razionali, per rendere ogni ambiente estremamente funzionale e dotato di luce e aria.

 

Parco Gùell:

Nel 1900 iniziò la costruzione di Parc Güell, uno dei progetti più famosi di Gaudí e anche uno dei suoi più estesi. Commissionato dal suo amico e mecenate Eusebi Güell. Il primo progetto di Eusebi Güell era una città-giardino basata sul modello britannico, che avrebbe dovuto ospitare circa 60 ville. Fu Ebenezer Howard a colpire Güell, che ammirò molto la sua idea di (garden city). Desideroso di riproporre l'esperienza di Howard nella terra catalana Güell commissionò a Gaudí la realizzazione di un sobborgo-giardino di modeste dimensioni in prossimità di un nudo pendio dietro Barcellona, la Muntanya Pelada, dove egli possedeva un antico casale.

Purtroppo, l'urbanizzazione caldeggiata da Gaudí e Güell non ebbe luogo, cosicché venne venduto un solo lotto. Delle sessanta case inizialmente previste dall'azzonamento di Gaudí ne furono costruite solo tre: in una di queste, indicativamente, abitava l'architetto stesso insieme all'anziano padre e alla figlia della sorella, prima del trasloco definitivo nel cantiere della Sagrada Família.

Gaudí ha scelto di collocare l'ingresso principale del parco nella parte più bassa della montagna e, pertanto, più vicina al centro urbano di Barcellona. Qui si ergono due originali padiglioni di ingresso (Zerbst ne parla nei termini di «casette di fiaba»), il primo concepito come luogo di attesa per i visitatori e il secondo contenente l'alloggio per il guardiano.

Nella loro combinazione polimaterica di pietra rustica e maioliche colorate, sono comunque movimentati da un ritmo architettonico plastico e ondulato che poi culmina nelle coperture in ceramica irregolarmente arcuate nel segno di un'euritmica sintesi tra funzionalità ed estetica.

Di particolare pregio il parapetto collocato lungo i margini della piazza, il quale - oltre a proteggere i fruitori del parco da eventuali cadute nel vuoto - è anche una panchina, strutturata non secondo una logica rettilinea, bensì in un continuo e ondoso succedersi di sporgenze e rientranze che consentono all'utenza di riunirsi in piccole «unità di socializzazione» e interagire tra di loro.

Fa parte del parco anche il famoso drago di pietra, simbolo della città di Barcellona, visibile appena si entra nell’ampio parco. La fontana d’acqua a forma di drago è ricoperta da piccole pietre colorate. La tecnica di applicazione di frammenti di ceramica, chiamata trencadís, tipica di Gaudí, ha trasformato i suoi progetti in opere d’arte uniche.

Tra i materiali edili da lui preferiti e utilizzati spiccano soprattutto il cemento, modellato e plasmato con fantasia e i metalli, anch'essi utilizzati con grande libertà. Grande attenzione ha sempre posto ai particolari decorativi, con l'utilizzo di mosaici, maioliche, vetri colorati. Gaudì esalta i frammenti policromi “trencadis” per le sue decorazioni neobizantine e liberty.

Sagrada Familia (Il capolavoro di Gaudì)

La Sagrada Familia è un esempio emblematico dello stile inconfondibile di Antoni Gaudí, caratterizzato da elementi dell'art nouveau, del modernismo catalano e del tardo gotico spagnolo. Il nome completo di questo edificio, in lingua catalana, è Temple Expiatori de la Sagrada Família (‘Tempio espiatorio della Sacra Famiglia’). La Cattedrale presenta infatti un’originalissima commistione di influenze neogotiche, barocche e art nouveau, unito ad uno spiccato senso Gaudiano del grandioso e del sacro, e colmo di rimandi simbolici e mistici. Lo stesso impatto materico delle guglie rimanda oltre che a enormi termitai o ai tipici castelli di sabbia gocciolanti dei bambini, a una simbolica colatura divina di fango creatore e rigeneratore che fanno assurgere la cattedrale a nido mistico e simbolo terreno di una preghiera divina.

Nel 1883, l’ancora sconosciuto Gaudí fu incaricato di realizzare il suo edificio più famoso: la progettazione e la costruzione della Sagrada Família. La costruzione della cattedrale nel quartiere barcellonese dell’Eixample, il cui nome completo è Basílica y Templo Expiatorio de la Sagrada Família, era stata precedentemente diretta da Francisco de Paula del Villar y Lozano. Quando si era ritirato, solo sei anni dopo l’inizio della progettazione, era stata completata solo la cripta sotterranea.

Fin dall’inizio, Antoni Gaudí perseguì l’ambizioso obiettivo di far entrare la Sagrada Família nella storia dell’architettura come una chiesa per i poveri. Per perseguire questo obiettivo investì gli ultimi dieci anni della sua vita esclusivamente al suo progetto, vivendo in alcuni dei suoi spazi. Tuttavia, poiché i costi sostenuti per la costruzione vennero coperti in gran parte da donazioni, Gaudí non fu mai in grado di completare la chiesa. Alla sua morte era stato costruito solo uno dei campanili, oltre alla cripta, all’abside e alla facciata della Natività. Oggi, otto delle 18 torri previste adornano la Sagrada Família. La costruzione resta incompiuta, e il progetto iniziale di completare la chiesa nel 2026, in occasione del centenario della morte di Gaudì, ha dovuto essere rimandato a causa della pandemia e del conseguente lockdown, oltre che per la mancanza delle entrate dai biglietti d’ingresso. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, l’imponente edificio attira milioni di visitatori ogni anno da tutto il mondo.

Come rivelano i nomi scelti dall’architetto, tutte le facciate sono dedicate ai momenti fondamentali della missione terrena di Gesù (nascita, crocifissione e resurrezione). Gaudí si occupò del progetto della sua chiesa per oltre 40 anni e dedicò alla sua costruzione gli ultimi 15 anni della propria vita.