Artaud 
Il poeta e il suo doppio

Antonin Artaud è un Autore complesso e a tratti contraddittorio che negli anni ha trovato lapidatori ed esegeti che lo hanno condannato frettolosamente al ruolo del poeta maledetto e folle e al canone della crudeltà, ignorando il suo immenso bisogno d’amore e d’empatia.
Artaud opponeva alle vicissitudini infelici della sua vita una sorta di libido pre-linguistica e aurorale, una libido sapienziale e metafisica, al martirio del corpo, accompagna una decomposizione verbale e un dissanguamento segnico, opponeva l’ecolalia cosmica, alla libido affabulatoria e deviante del linguaggio dell’IO.

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Donato Di Poce

Casa Editrice: i Quaderni del Bardo
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COMUNICATO STAMPA

Il libro “ARTAUD Il poeta e il suo doppio, Donato Di Poce, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2019”, sembra avere il suo alter ego e ispirazione nella maggiore opera poetica di Artaud “ Van Gogh il suicidato della societa”, (da leggere quasi con le lacrime agli occhi, dall’introduzione illuminante dello stesso autore, sino all’ultimo rigo) ha una sua forza e originalità nella sua dimensione plurilinguistica e devozionale. Nato per essere un libro di critica letteraria su Artaud, l’autore ha virato subito verso la poesia e l’arte di Artaud conosciuto da tutti per il suo TEATRO, e quasi misconosciuto come poeta e come artista. Ecco allora che Donato Di Poce, (Poeta, Critico d’Arte e Fotografo), quasi reinventando la lingua di Artaud di cui è un trentennale appassionato studioso, procede con un poemetto dedicato al Maestro da vertigine linguistica , aurorale e visionario, surreale e libidico, a cui segue una seconda sezione del libro di poesismi ( I poesismi della follia) dedicati ad Artaud ed alla sua follia poetica. Infine procede con alcuni saggi sulla sua poesia e arte e la splendida analisi della lettera che Artaud fece a Picasso.

Il libro risulta impreziosito dalle illustrazioni dell’artista Emanuele Gregolin e vanta tra i contributi critici alcuni molto importanti e centrati, come quelli di Alessandro Vergari e Nicola Vacca.

“…Personalmente individuo in Artaud le seguenti poetiche: la scrittura Automatica visionaria-alchemica, l’invettiva metalinguistica di rivolta antigrammaticale, l’animismo escrementale, la poesiaTOTALE e pittogrammatica, l’anarchismo polisemico creattivo e rigeneratore, l’ecolalia primordiale e battesimale. E potremmo proseguire, ma fermiamoci qui che c’è né abbastanza per poeti, linguisti e studiosi per anni a venire, senza dimenticare di accennare al corpo polisemico in abluzione incantatoria e magica, e al plurilinguismo idiomatico ferito…”

Dalla prefazione di Donato Di Poce