Lampi di leggerezza

Ristampa di tre raccolte di aforismi (Taccuino Zen, Lampi di leggerezza e Miraggi, pubblicate in edizioni d’arte rare e pregiate, pressoché semiclandestine, con illustrazioni di Franco Colnaghi) e una raccolta inedita intitolata Il brusio del silenzio.

Ne hanno parlato: zonadidisagiosignoreincircoloaforisticamente

Lampi di leggerezza, Aforismi scelti

Per Vanni Scheiwiller
Non è stato facile, credimi
Ma per amore degli alberi
Ho imparato a scrivere di meno.

Ci sono Scrittori
Che passano più tempo a Scrivere
Che a Pensare.

Prima o poi riuscirò
A pensare con l’anima
Guardare con il Cuore
Scrivere con gli Occhi.

I poeti si sa
Quando smettono di respirare
Scrivono…

Lungi da me la Poesia che non ride
L’Ironia che non piange
La Filosofia che non si interroga.

Io non ho certezze
e non ne sono nemmeno sicuro.

La cultura rende l’uomo grande.
L’Arte lo rende libero.

Gli uomini si siedono
ai bordi dell’orizzonte
E guardano l’infinito
I poeti vivono ai bordi dell’infinito
E guardano oltre.

Si nasce dentro un sogno
Con un sogno dentro.

Non sono riuscito a diventare una nuvola
Ma amo lo stesso il cielo.

A Giuseppe Ungaretti
I poeti sono fiumi dove scorrono
I sogni dell’Umanità.

per Ulisse Casertelli
Conosco un solo modo per essere felice
Attraversare il dolore di vivere
E Lasciare un sorriso
Nel cuore delle persone.

Ho sempre cercato di essere un uomo libero
E quando non ci sono riuscito
Ho cercato di non essere un limite
Per la libertà altrui.

Da quando le parole sposano il vento
scrivo solo punti e virgole.

Un pittore dipinge alfabeti interiori.
Un artista li inventa. 


Donato Di Poce

Casa Editrice: Acquaviva
Acquista su: 

RECENSIONI

Non essere troppo leggero / Che diventi pesante. È uno dei poesismi più rappresentativi di Lampi di leggerezza, silloge del poeta e critico d’arte Donato Di Poce, all’insegna di semplicità, felicità e leggerezza. Pubblicato quest’anno da Acquaviva edizioni, il libro è formato da una ristampa di tre fortunate raccolte di aforismi (Taccuino Zen-Lampi di leggerezza e Miraggi) pubblicate qualche anno fa in edizioni d’arte rare, oggi esaurite, illustrate dai disegni zen di Franco Colnaghi, a cui si aggiunge l’ultima parte, inedita, Il brusio del silenzio, dedicata al poeta Ulisse Casartelli, che firma la postfazione. Qui i poesismi (fortunato connubio tra il mondo dell’aforisma e quello della poesia) sono decritti come “angeli che ci prendono a braccetto accompagnandoci dove più abbiamo paura, e cioè il luogo del nostro vuoto”. I vuoti, insieme ai silenzi e all’ombra, sono i territori prediletti dell’aggirarsi spirituale dell’autore “consapevole vittima della filosofia Zen, dove l’autentica rivoluzione è interiore e la conoscenza di sé il problema decisivo.” (dalla prefazione di Mariella Mischi). Si legge a p. 43: Prima di ridere di un solo uomo / Bisogna inghiottire tutta l’umanità. Ancora: Quando cammino tra le nuvole / Non rispondo mai al telefonino. Profondità e ironia a vantaggio di quella leggerezza di cui Di Poce sostiene le ragioni ché, per dirla con Italo Calvino,“non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.” Di Poce toglie peso alle cose e al linguaggio per arrivare all’essenza, alla semplicità in cui – riprendendo il Maestro Zen, Taisen Deshimaru – risiede la verità, coniugando riflessione filosofica orientale, visione poetica e umorismo: i Veri poeti lo sanno / La poesia è ovunque / Tranne che nei libri di poesia.

Semplicità, felicità e leggerezza. I lampi poetici di Donato Di Poce - Silvia Castellani

La leggerezza vi seppellirà

La leggerezza associata alla poesia dell’invisibile (argomento su cui Donato sta scrivendo un libro), come scrive Italo Calvino nelle Lezioni americane, che guarda all’ironia per costruire paradossi. Questa è la cifra degli aforismi di Donato Poce che dedica un volume intero all’arte di dire le cose della vita e della poesia senza mai prendersi sul serio.

Lampi di leggerezza (Acquaviva editore) è un libro in cui l’aforisma incontra il verso e Donato da questa contaminazione ha inventato i poesismi, esercizi pronunciati con leggerezza di una penna che intinge nella materia incandescente dei giorni la sua punta per scrivere sulla pagina la vita di questi giorni spettinati da un conformismo troppo presente che silenzia con una pesantezza tombale ogni sussulto di esistenza libera.

Su un aforisma, nel terrore della sua brevità fulminante, possono scriversi pagine infinite.

Donato Di Poce, con una leggerezza che è solo patrimonio degli uomini liberi, affonda la realtà mascherata senza mai mostrare rabbia e rancore. Ma i suoi poesismi fanno male, come facevano male quelli di Flaiano, Cioran e Longanesi.

« La sagezza degli analfabeti / È infinitamente più grande / Della cultura dei cretini». È infinita la leggerezza di questo straordinario aforisma con cui il suo autore si fa esegeta di un costume diffuso che lobotomizza la maggioranza silenziosa, quella che Fruttero & Lucentini apostrofavano come « la prevalenza del cretino».

La leggerezza per il nostro autore è la strada per essere autentici nella creatività e nella vita. Un modo irriverente per agire e scrivere sempre e secondo ciò che si pensa.

La leggerezza è il modo che un artista ha per sabotare la creazione, per far saltare il banco e attraverso se stesso navigare verso l’approdo a un’oasi di verità e bellezza.

«Anche il cretino / Ha un’intelligenza infinita / Ma non sa praticarla». Scusate se insisto a sottolineare la leggerezza di Donato nell’occuparsi dei tanti cretini che ogni giorno si incontrano nella vita. Ma so che ai cretini che lo leggono è proprio quella leggerezza che dà un fastidio enorme.

I lampi di leggerezza di Donato Di Poce sono destinati alla folgorazione. La sua è una scrittura incandescente che determina cortocircuiti nelle menti ordinate e calcolatrici di ogni benpensante che è talmente miope da non riuscire a capire che «Se guardi un Uomo in profondità / Rischi di perderti nel vuoto».

Di quanta leggerezza e di quanta ironia abbiamo bisogno per essere liberi. Nei poesismi di Donato Di Poce ne troverete tanta insieme a infinite intuizioni. Le pagine di questo piccolo è prezioso libro costituiscono un patrimonio autentico di conoscenze pronunciate con quella leggerezza fatale che da sola sa fare rumore nel silenzio di anime morte che hanno paura di affrontare i propri demoni e sentirsi nudi e puri nell’altrove disabitato di una coscienza che hanno paura di mostrare.

«I poesismi di Donato – scrive Ulisse Casartelli nella postfazione – sono angeli che ci prendono a braccetto accompagnandoci dove più abbiamo paura, e cioè il luogo del nostro vuoto».

«La leggerezza / non ha bisogno di essere leggera»; « Non essere troppo leggero / Che diventi pesante».

La leggerezza è il respiro delle galassie. Ascoltarla ci preserverà sempre dagli imbecilli, dai cretini e dagli idioti che non sanno mai quando è il momento di tacere.

Recensione di Nicola Vacca