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VEDERE L’INVISIBILE
Volevo vedere l’invisibile
Come chi conosce il terzo respiro
E cammina di notte sulle impronte
Di un pianeta rosso
E libera piume evanescenti
Su nuovi orizzonti di luce.
Ma ho visto il cuore dell’orologio
spez-
zato…
Nella casa dell’invisibile
Dove le barche galleggiano nel cielo
E i poeti moltiplicano distanze
E scrivono silenzi che urlano
Sulle pagine dell’infinito.
Ho accarezzato il vuoto
La mia inesistenza
Di rondine impazzita
Perché io sono il respiro assente
Che respira da sempre
Il vuoto del proprio respiro.
Poi ho chiuso gli occhi
E ho visto l’invisibile.
" “L’Arte è la capacità di vedere oltre l’invisibile
e creare una visione tra il silenzio e un’emozione"
Donato Di Poce
Casa Editrice: i Quaderni del Bardo
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Un’altra caratteristica comune tra questi artisti diversissimi tra loro(dai grandi Picasso e Leonardo ai contemporanei come Rea, Pace, Marra, Orazio o Crisanti, Meleka) , è che hanno avuto o hanno un rapporto intenso con i poeti e la poesia (la musa per eccellenza dell’invisibile).
Spiace aver dovuto escludere da questo libro, per esigenze di spazio ed editoriali, Fotografi e Scultori(trattati a parte in libri specifici), ma che vedranno la luce insieme in un progetto futuro cartaceo dal titolo Poetiche dell’invisibile).
Se la poetica comune dell’invisibile li accomuna tutti, così non è per stili e temi trattati dagli artisti stessi, infatti si va dalla pittura, ai libri e taccuini d’artista, dalla fotografia d’arte alla mail Art, così pure bisogna rilevare che né la diversità storica, né la nazionalità diversa degli artisti( perlopiù Francesi, Italiani e Kuwaitiani) ha influito sulla loro ricerca poetica sempre in dialogo tra materia e sogno, tra immagine e segno, tracciando paraboliche estetiche sull’invisibile di grande respiro etico.
Particolare soddisfazione mi ha dato la possibilità di parlare degli artisti del Kuwait in occasione dell’ EXPO-Milano, 2015, che nel segno della collaborazione Internazionale e della contaminazione artistica che dilata i confini hanno posto anche l’attenzione su tematiche sociali e la sostenibilità del pianeta.
Permettetemi in questa piccola introduzione di citare e sottolineare lo scritto sul maestro Achille Pace, che ci teneva tantissimo a che questo scritto per lui molto meritevole venisse pubblicato con queste parole che aprono uno squarcio storico e lirico sul suo lavoro : “…L’operazione mentale che sottintende a tutto il lavoro di Pace e alla sua poetica del “filo”, credo sia la connessione, l’unione degli opposti, la ricucitura di un mondo diviso e strappato dal dolore e dalla storia, in cui l’artista cerca di portare con i suoi simbolismi e astrazioni, orizzonti simbolici e poetici sino ad allora inusitati(a parte forse la leggerezza di Klee, il mondo onirico di Mirò e il tonalismo poetico di Mafai)…”.
Nota Bibliografica di Donato Di Poce
“…Rappresentare l’invisibile attraverso le arti figurative: la cosa parrebbe un controsenso, almeno da un punto di vista linguistico. Infatti, per definizione, l’artista è colui che descrive la realtà. E la raffigura in maniera visibile. Nel senso che, quello che noi possiamo vedere in un’opera, soprattutto quando si tratta di arti figurative, è qualcosa che cade sotto i sensi.
La risposta dell’arte nella descrizione dell’invisibile è evidenziata, in maniera sicuramente molto esauriente, e in molti momenti suggestiva, nella poetica dell’invisibile scrutata con attenzione nei “Quaderni d’Arte del Bardo”, in particolare sui tre titoli: “Pittura dell’invisibile”, Scultura dell’Invisibile” e “Fotografia dell’invisibile”, editi prima su Amazon/Kindle in formato e-book e ora riuniti in un unico testo cartaceo a cura di Donato Di Poce, editor Stefano Donno con il titolo POETICHE DELL’INVISIBILE. Un’avvincente novità editoriale che in una fortunata e originale contaminazione di Poesia, Critica d’Arte e Fotografia, delinea e ci fa vedere nuovi orizzonti e visioni dell’Arte Contemporanea.
In questi quaderni, divisi nelle principali arti figurative che conosciamo (pittura, scultura e fotografia), si cerca di seguire quel “filo dell’invisibile” che, in contrasto con quella che può essere un’apparenza, coinvolge diversi elementi delle arti figurative, a livelli differenti.
Eppure, l’esperienza artistica è qualcosa che va molto oltre questo, e coinvolge una sensorialità che va oltre la sensorialità che noi possiamo approcciare direttamente. Ricordo ancora la bellissima conferenza di Kate Nichols, artista statunitense, che ha concluso Bergamo scienza 2016. L’artista, in quell’occasione, aveva detto una frase che non può non rimanere impressa:
“Lo scopo dell’arte non è quello di descrivere il visibile, ma di rappresentare l’invisibile”.
In questa frase, credo, c’è tutto il significato dell’arte di oggi. Ma non solo; c’è anche tutta la filosofia del 900, e i cambiamenti che questa ha portato nella visione della realtà. In qualche maniera ribaltando tutte le certezze che i secoli precedenti, in particolare il diciottesimo e il diciannovesimo, avevano portato, per cercare qualcosa di nuovo, nuovi paradigmi, nuove espressioni…”
Dalla prefazione di Sergio Ragaini
Il poeta vede l'invisibile il fotografo fornisce le prove
Milano
Italia
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